Valutazione di Vulnerabilità Sismica – Classificazione Sismica
Quando si verifica un evento sismico di intensità elevata, che comporta il collasso totale o parziale di edifici, si sente parlare della valutazione di vulnerabilità sismica o della classificazione sismica preventiva del patrimonio immobiliare esistente. Ma cosa si intende precisamente con questo termine? Di seguito cercheremo di fornire delle indicazioni utili al riguardo.
Il concetto di rischio sismico
Prima di affrontare il tema della vulnerabilità sismica è opportuno preliminarmente chiarire il concetto di rischio sismico. Quest’ultimo rappresenta un indicatore dei possibili danni a beni e vite umane che possono derivare dal manifestarsi di un evento sismico di certa intensità statisticamente preponderante, in una determinata area geografica, su un determinato tipo di costruzioni, correlati alla durata e all’intensità dello stesso.
Il rischio sismico di una specifica area territoriale è identificato come il prodotto della vulnerabilità sismica, della pericolosità sismica e dell’esposizione.
Partiamo con la pericolosità sismica definita come la probabilità che in un determinato territorio e in un intervallo temporale specifico si verifichi un terremoto che superi un’intensità di picco definita preliminarmente; si tratta ovviamente di una caratteristica del territorio e rappresenta la frequenza statistica con cui si manifestano gli eventuali eventi sismici di determinata intensità.
L’esposizione, invece, riguarda la probabilità che al verificarsi dell’evento sismico in una data località siano associati danni in termini non solo economici ma anche al patrimonio artistico e culturale e, ovviamente, la perdita di vite umane.
La vulnerabilità sismica: definizione e concetti
L’aspetto più importante da prendere in considerazione nella determinazione del rischio sismico è la vulnerabilità fisica. Questa può essere definita come la predisposizione di una struttura o di una costruzione di subire dei danni o, in extrema ratio, un collasso come risultato della manifestazione del terremoto.
La vulnerabilità di un edificio dipende da diversi fattori quali ad esempio la costruzione con materiali di qualità non eccellente, tecniche esecutive o sistemi costruttivi non idonei, progetti inadeguati o una manutenzione scarsa o del tutto assente. Maggiore è la vulnerabilità di una struttura maggiori saranno i danni che ne scaturiranno nel momento in cui si manifesta un terremoto.
Come valutare la vulnerabilità sismica di una struttura
La vulnerabilità sismica è misurata attraverso un indicatore che permette di valutare la resistenza della struttura interessata da un evento sismico in termini anche di spostamento. Solitamente questo si basa su una stima qualitativa degli elementi costitutivi dell’edificio o attraverso analisi numeriche. Ma esiste una specifica procedura progettuale per valutare la vulnerabilità sismica di una struttura.
Gli elementi che questa procedura prende in esame prevedono inizialmente un’indagine conoscitiva che effettua una serie di rilievi, indagini strumentali dirette, prelievi e verifica degli eventuali danni esistenti. Successivamente si analizzano gli effetti causati nel corso degli anni sulla struttura da determinati eventi verificatisi.
Si procede a una fase di studio in laboratorio dove sono valutate le caratteristiche meccaniche dei materiali costituenti le varie membrature strutturali campionate. Questa operazione è molto importante in quanto permette di definire dei coefficienti di riduzione delle proprietà meccaniche dei materiali utilizzati, sulla base delle indagini effettuate.
Segue quindi un’ulteriore valutazione di modello con una proposta di eventuali adeguamenti della struttura richiesti per diminuirne la vulnerabilità. L’insieme di questi elementi permette anche di arrivare alla cosiddetta Classificazione Sismica delle costruzioni, ovverosia il documento certificativo con il quale un professionista attesta il rischio sismico a cui è sottoposto un determinato immobile.
Certificato di Classificazione Sismica
Questo documento assume particolare rilevanza in merito alla determinazione del rischio, obbligatoria per tutti gli edifici di nuova costruzione e per quelli soggetti a interventi di adeguamento qualora si voglia accedere ad agevolazioni di diversa natura (ad esempio i Sismabonus). Per determinare la Classe di Rischio dell’immobile oggetto di classificazione sismica possono essere seguiti due diversi metodi:
Perdita Annuale Media attesa (PAM) che identifica la perdita economica associata agli elementi strutturali dell’immobile;
Indice di Sicurezza (IS) che indica lo stato limite oltre il quale a quell’immobile non può essere associata la condizioni di esercizio in sicurezza per la funzione alla quale è destinato.
Il Certificato di Classificazione Sismica è onere del proprietario dell’immobile, deve essere redatto da un tecnico abilitato e depositato presso gli uffici del Genio Civile.
La classificazione prevede l’identificazione di una scala di valori discreti che parte da A+ e termina a G, dove i due estremi sono rispettivamente la classe di rischio minimo e massimo previste dalla normativa.
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